Noi e l’altro, proposta per l’ascolto dei concerti

L’ascolto di un concerto è in genere focalizzato sull’impressione musicale e sulla relazione tra periodo di composizione e linguaggio musicale; quasi mai l’autore viene ricordato come individuo. Associare la musica all’uomo, con i suoi pregi e con le sue debolezze, che lo rendono unico e singolare, amplifica la musica stessa.

Il ciclo di concerti NOI E L’ALTRO realizzato dalle associazioni Spazio Classica e Maestro Raro a Milano, sostenuto dalla nostra Fondazione nell’ambito di Bando 57, ha come costante riferimento uno o più musicisti dei quali si conoscono le caratteristiche umane che li rendono diversi.
Diversi perché ipovedenti, perché non udenti, perché semiti, perché rinchiusi nei manicomi, perché socialmente appartenenti ad una minoranza politica o in quel momento oppressa. Queste diversità da un lato non impediscono ai musicisti di comunicare attraverso la musica ove le parole non sono sufficienti, dall’altro danno all’ascoltatore lo spazio per inquadrare le note in un contesto reale e privo di quella astrazione che a volte ostacola la comprensione del linguaggio musicale. Ci conduce direttamente al confronto tra noi ed il diverso, tema sociale di vitale importanza.

Citiamo alcuni esempi tratti dal programma del ciclo di concerti: Antonio Valente, clavicembalista ipovedente, ha messo a punto un singolare sistema di scrittura musicale; Beethoven ha trascorso gran parte della sua vita, quella in cui ha scritto le sue opere di frontiera, in condizioni di sordità; Mario Castelnuovo Tedesco, compositore costretto all’esilio dalle leggi raziali; Prokoviev è stato messo in disparte dalle discriminazioni politiche.
Spesso il giudizio con cui si valuta l’individuo ne copre il reale valore, in questo caso le note lo riscoprono.