Dentro Cuore Visconteo – Intervista a Ivano Abbruzzi

Gli Spazi di Comunità sono il cuore pulsante del progetto, cosa fanno e cosa rappresentano all’interno della rete?

Cuore Visconteo si basa su sette spazi di Comunità dislocati nei Comuni di Rozzano, Pieve Emanuele, Locate Triulzi ed Opera. Qui le persone in povertà possono trovare educatori, assistenti sociali e psicologi pronti ad ascoltare i loro vissuti, individuare percorsi di uscita dalla povertà, trovare risposte ai diversi bisogni alimentari, sanitari, abitativi e lavorativi. Inoltre trovano altre famiglie con cui creare legami, condividere difficoltà e soluzioni, affrontare le sfide educative dell’infanzia e dell’adolescenza grazie ai laboratori, ai percorsi di gruppo e alle consulenze individuali. In questa capacità di dar vita a percorsi individuali e di condividerli con una rete di relazioni sta il cuore del progetto e il suo modello di lavoro.

Dopo i primi mesi di attività, può dare uno spaccato dei nuclei familiari intercettati dagli Spazi di Comunità?

Negli Spazi di Comunità (riaperti dopo la pandemia e tre di prossima apertura) l’equipe di lavoro ha intercettato i primi 33 nuclei di famiglie: circa metà conoscevano già  gli Spazi, gli altri sono stati segnati dai servizi sociali. Si tratta di famiglie con bambini, 47 adulti e 52 bambini; 6 nuclei sono monogenitoriali. Per la gran parte sono riportate esigenze di tipo lavorativo, istanze di tipo educativo e psicologico ed un grande bisogno di accompagnamento. Anche i bisogni più materiali, nel campo dell’alimentazione e dell’abitare, sono molto significativi. 

Proprio per rispondere alla complessità di bisogni espressi dai beneficiari, il progetto intende prendere in carico le persone a tutto tondo. Che modello d’intervento Cuore Visconteo sta costruendo nel territorio?

Cuore Visconteo nasce su un grande partenariato, che si fonda sulla proposizione di  Fondazione di Comunità, e si sviluppa con Progetto Mirasole (capofila), Progetto Arca, Croce Rossa di Opera, Caritas Ambrosiana, Banco Alimentare e Banco Farmaceutico, Fondazione Adecco, Centro Servizi Volontariato di Milano, ACLI Milanesi e quattro cooperative sociali: Arti e Mestieri Sociali, Spazio Aperto Servizi, Pratica e Marta. Da questo bagaglio di competenze ed esperienza nasce un approccio globale, che offre risposte puntuali ai bisogni e concrete opportunità per la crescita. La rete si interfaccia con le istituzioni pubbliche territoriali: l’Ambito Distrettuale, con i singoli Comuni e con alcuni servizi distrettuali per creare una forte linea di continuità tra i servizi garantiti dal pubblico e le attività di progetto. La rete di Enti del Terzo settore, punta ad allargarsi coinvolgendo altri soggetti, funzionali al raggiungimento dei risultati. 

Quali sono le azioni e le attività previste per i prossimi mesi?

Il Programma punta a portare a regime le attività durante l’autunno, intercettando nuclei in povertà che sono oggi invisibili, con tutte le strategie e gli strumenti che si potranno attivare. È previsto un grande Hub Alimentare di 600 mq. ad Opera, in collaborazione con la Croce Rossa: sarà punto di raccolta e di organizzazione per la distribuzione alimentare nei sette Spazi di Comunità e in molti casi direttamente alle famiglie. Contiamo di avviare il servizio dell’infermiere di comunità, prezioso strumento di salute, e dell’educatore finanziario che sarà supporto alle famiglie con situazioni di indebitamento e fornirà orientamenti per utilizzare al meglio le economie disponibili per salvaguardare la salute e per insegnare a gestire le risorse.